Riconoscersi.
Spaziarsi.
Rincorrersi.
Sostarsi.
Impugnarsi.
Specchiarsi.
Inseguirsi.
Rivoltarsi.
E poi fermare il tempo e lasciare che lo spazio decanti dei sapori che ha accumulato.
Cercare una nuova vista. Un nuovo tatto. Un nuovo orecchio. Ricordare la lingua. E provare ad avvicinare l’olfatto. Comporre un uomo, insomma, che sia elastico, arcaico e cibernetico. Lasciarlo andare, con lo sguardo nel mondo. Sintetizzare.
Continuo e discreto. Dunque inscindibile da dove provengo, dalla mano che mi ha accolto. Dal passato. Che è … da ora!
Dove muovo da qui?
Quali parole?
Quali tratti salienti?
Quale visione permane?