20/1/2013 – VEDERE PER CREDERE

Riconoscersi.

Spaziarsi.

Rincorrersi.

Sostarsi.

Impugnarsi.

Specchiarsi.

Inseguirsi.

Rivoltarsi.

E poi fermare il tempo e lasciare che lo spazio decanti dei sapori che ha accumulato.

Cercare una nuova vista. Un nuovo tatto. Un nuovo orecchio. Ricordare la lingua. E provare ad avvicinare l’olfatto. Comporre un uomo, insomma, che sia elastico, arcaico e cibernetico. Lasciarlo andare, con lo sguardo nel mondo. Sintetizzare.

Continuo e discreto. Dunque inscindibile da dove provengo, dalla mano che mi ha accolto. Dal passato. Che è … da ora!

Dove muovo da qui?

Quali parole?

Quali tratti salienti?

Quale visione permane?