10/1/2013 – LA SCHIERA

Cammino, cado. Mi convinco dell’esistenza di sensi senza nome.

Avvicino la percezione che il corpo ha di se stesso alla proiezione che la mente fa quando traduce parole in immagini.

Cosa c’è nel mezzo?

Sento l’interstizio compresso di movimenti e particelle che mi compongono dei quali non potrò mai afferrare e comprendere la forma, ma anch’essi pur essendo dentro di me vengono proiettati nelle immagini che il senso della mia mente posiziona a circa cinque centimetri sopra la mia fronte.

Amen

che era che è che sarà
ma ognuno si muove nel suo tempo, ascolta il respiro che lo rende parte di un corpo unico che avanza, ma solo distinguendo se stesso dagli altri può fare parte di un qualcosa può riconoscere l’altro.

diverso tempo
diversa materia
diverso spazio

Le domande ci arrivano da lontano, dal filosofico teorico come ci hanno detto, ma piovono nella stanza solo quando raggiungono la concretezza di essere rapportate a noi, esseri che con soli cinque sensi riconosciuti ci sentiamo in dovere di chiederci della nostra funzione cosmica, del valore della nostra presenza.

E’ nel passaggio che vivo, e non so prefigurarmi il trapasso. Forse la sola visione e’ la traccia differita della mia traccia.

La metafora – una manifestazione pubblica dell’immagine che non possiamo esporre e condividere al di fuori dei cinque centimentri in cui è proiettata davanti ai nostri occhi.

L’immagine l’essenza stessa della mia vicinanza di essere umano all’infinito. Nel trapasso.

DURANTE ANALISI / A SEGUITO DI

PASSAGGIO
SOLCO
TRACCIA
SEGNO
SIGNIFICATO = SENSO NEL MOVIMENTO

OK!
e il FOSSILE????

la distanza tra ma ed esso è variabile, da estrema a estremamente prossima, ma la sua testimonianza non muta né con me né senza di me.
Ci consegna la rinuncia all’oggettività.

ETIM. SIMBOLO “elemento materiale, oggetto, figura animale, persona e simili, considerato rappresentativo di un’entità astratta” (per indicare il “credo”)

LAT – Symbolu(m)
GR- Symbolon
SYMBOLIKOS – da riconnettere a
SYMBALLEIN “mettere insieme, unire”
SYN+BALLEIN (or.indoeuropea) “mettere, gettare”