A gennaio 2013 abbiamo inaugurato la III edizione di ALTO FRAGILE, un dispositivo creativo per artisti in residenza e spettatori attivi. Il progetto è l’ESPOSIZIONE PUBBLICA DELL’INGRANAGGIO CHE MUOVE UN CORPO IN STATO DI CREAZIONE, dell’opera che si fa corpo sotto lo sguardo del pubblico. Esso si basa sulla condivisione tra artisti e spettatori del processo creativo e dello spazio che lo ospita, affinché si possa costruire una memoria comune intorno alla nascita di un’opera, al meccanismo umano che l’ha generata, che crei un’affezione e generi una nuova curiosità verso i linguaggi della scena contemporanea, affinché si possano superare le distinzioni di genere. Sentiamo il bisogno di ricostruire una lingua comune. Per questo abbiamo creato ALTO FRAGILE, affinché ogni spettatore potesse apprendere la grammatica della scena contemporanea, imparare una nuova lingua che è destinata sì a una continua mutazione, ma che nel suo incedere può divenire riconoscibile al passo.
Itinerari tematici 2013
La fondazione inizia in solitaria. Nell’intimità della VISIONE. Nell’incondivisibile utopia dello sguardo che si rivolge altrove. Ma nessun inizio può compiersi in solitudine. E allora il fondatore deve trovare parole che possano suscitare compagni, che possano piegare sguardi stranieri verso la stessa meta. Persuadere a mettersi assieme in cammino.
Dopo averne coltivato la visione, i tempi sono maturi per immaginare una nuova fondazione; non già fatta di terre da conquistare, città da costruire, identità immobili da difendere, ma di un guardare inevitabile che ribalta le prospettive.
Agli albori del XVI sec., Mikołaj Kopernik intuisce il moto della terra attorno al sole.
È un’intuizione che debitamente comprovata, difesa, divulgata riscrive le coordinate che determinano la nostra relazione con l’universo: non più centro immobile di un universo che si muove attorno a noi, ma membro fra le membra di un corpo collettivo, il cui movimento inevitabilmente ci coinvolge. Con questa intuizione inizia la storia di un nuovo modo di veder-ci e di guardare il mondo. Un guardare capace di non separare. Un guardare che si fonda in una nuova consapevolezza dell’uomo, che si riconosce materia indistinguibile dalla materia in cui siamo invischiati, atomi tra gli atomi, sostanza incrostata d’animale e di stelle.
Un modo di percepire l’uomo e di disegnare la sua relazione con il cosmo, di cui forse l’uomo contemporaneo ancora non ha realizzato pienamente la destinazione e che ci indica la direzione dell’uomo da fondare: quell’uomo capace di vedere, pensare ed agire non come singolo, ma come corpo sociale. L’identità a venire di individui che lasciano continuamente ri-disegnare il perimetro del proprio sé e la traiettoria del proprio agire dalle relazioni di cui sono parte.
L’identità a venire di individui che lasciano continuamente ri-disegnare il perimetro del proprio sé e la traiettoria del proprio agire dalle relazioni di cui sono parte.
Copernico operò così una frattura nel nostro modo di vedere che ha sovvertito la gerarchia fra soggetto e oggetto della visione facendoci riconoscere corpi fra i corpi, parte “guardante” della materia guardata. Da quella frattura scaturisce la possibilità ancora da realizzare, di fondare una nuova umanità, un’umanità figlia del futuro remoto di quella visione.È su questo momento “genetico” della fondazione che vogliamo riflettere, andando ad indagare i processi che, in diversi ambiti del sapere (scienza, filosofia, spiritualità) hanno dato vita a quei ribaltamenti, sovvertimenti del nostro percepire, a quelle visioni copernicane, bestiali, che hanno liberato una nuova possibilità di intenderci uomini e di progettare il nostro agire.
Rivolgeremo il nostro studio a loro, ai maestri della visione, cercando di comprendere quali processi li hanno portati a “vedere“ in modo nuovo e cosa della loro visione ci consegni un compito di fondazione.
Ciascuna di queste visioni, contiene, probabilmente, come quella di Copernico un inizio, intuito, ma non ancora realizzato. Ad esse vogliamo guardare, cercando di tratteggiare il mistero dell’inizio nel suo presentarsi allo sguardo. Nel suo fondare un uomo nuovo capace di un nuovo modo di esercitare lo sguardo. Così, attraverso la rivoluzionaria visione di chi ci ha consegnato una nuova consapevolezza, vorremmo disegnare la figura di quell’uomo a venire e della sua identità.
Il percorso sulla visione filosofica prende le mosse dai Dialoghi Italiani di Giordano Bruno, il percorso sulla visione scientifica dalle scoperte di Albert Einstein, quello sulle visioni spirituali dall’Apocalisse di Giovanni.
LUOGO
PAN Palazzo delle Arti di Napoli
CALENDARIO
LAVORO DAL VIVO APERTO AL PUBBLICO dalle ore 10:00 alle 19:30
dal 7 gen al 20 gen
dal 6 feb al 20 feb
dal 27 feb al 13 mar
ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA IN DIVENIRE orari di apertura previsti dalla struttura
dal 21 gen al 5 feb
dal 21 feb al 26 feb
opera FOTOGRAFICA / INCONTRO PUBBLICO DI CHIUSURA
dal 14 mar al 20 mar