Strumento che si muove da sé, mezzo che si inventa i suoi fini, l’occhio è ciò che è stato toccato da un certo impatto con il mondo, e lo restituisce al visibile mediante i segni tracciati dalla mano.
[…]
E’ il quesito di colui che non sa a una visione che sa tutto, che non siamo noi a fare, ma che si fa in noi.
Lo spazio è considerato a partire da me come punto o grado zero della spazialità. E non lo vedo secondo il suo involucro esteriore, lo vivo dall’interno, vi sono inglobato. Dopotutto, il mondo è intorno a me, non di fronte a me.
[…]Per mezzo della visione tocchiamo il sole,le stelle, siamo contemporaneamente ovunque, accanto alle cose lontane come a quelle vicine.