DIARIO

“Stralci e frammenti dagli appunti di sala di un attore (essi vogliono lasciarvi una “sensazione” del vissuto dell’attore durante il percorso creativo)”

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La Caduta

Preparo il caffè

Oggi fa molto caldo in sala. Dopo aver dato un bacio a Giovanni, dispongo gli oggetti a terra: un pantalone nero, un ombrello, una camicia bianca, un paio di bretelle e un papillon

arruolamento nell’esercito francese in seguito all’episodio in cui ho scoperto di avere un forte spirito patriottico avvenuto nei corridoi della metropolitana parigina

prigionia in Africa e di quando sono stato eletto Papa dal resto dei compagni

ho detto di esser Jean-Baptiste Clamence

Lettera di Vilson: Mangiare da solo è una minaccia tanto grande quanto la fame, ma mangiare collettivamente è recuperare il senso più profondo dell’Eucarestia come atto di condivisione e di giustizia sociale.

“Se non fosse nato Gesù, oggi sarei io il figlio di Dio”.

Mi piace il ginepro: Mi piace camminare di sera per la città,
nel calore del ginepro.
Per fortuna c’è il ginepro,
solo barlume di queste tenebre.
Mette in corpo una luce dorata e metallica.
Mi piace ascoltare i passi della gente sul selciato viscido.
Cammino accanto a noi, vero,
ma le loro teste sono nei vapori di ginepro.
Questa città è un sogno d’oro e di fumo.
Sognano con la testa nelle loro nuvole di color rame,
pregano nell’incenso dorato della nebbia:
non sono più qui.
Sono in viaggio, verso Giava, l’isola lontana,
in cui gli uomini muoiono pazzi e felici.
Le donne dietro a quei vetri,
sono sogni a buon mercato.
Si entra, si tirano le tendine e il viaggio incomincia.
Gli dei scendono su corpi nudi.

Nessuno è ipocrita nei propri piaceri
L’atto amoroso è una confessione

C’era una volta un re,
seduto sul sofà,
disse: chi vuole raccontare una storia
la deve imparare a memoria.
La storia incominciò.

Struttura

Entrata con il carrello confessionale
Giro, giro, tondo, com’è bello il mondo, casca la terra, tutti giù per terra!
Sul carrello con braccia alzate, libero e sospeso dico
Sulle Alture
Io Super-Uomo
Gallo: chicchirichì
Scendo dal carrello, dispongo gli oggetti in cerchio
MI CONSERVO INTORNO TUTTI I MIEI AFFETTI PER SERVIRMENE QUANDO VOGLIO
Tutti rivolti a me
eternamente,
privi di vita indipendente,
pronti a rispondere al mio appello
in qualsiasi momento
fino al giorno in cui
mi degno di accordar loro
la grazia della mia luce.

Per vivere felice
ho bisogno che gli altri
intorno a me
non vivano affatto.
Li metto in frigorifero
per averli sottomano quando voglio.
Vergogna/Risate è il sentimento che ne consegue La vergogna brucia dentro un poco
e non ti abbandona più.
NON RICORDO – Lavoro sulla memoria
Occorre ritrovare la memoria
Non riesco a ricordare…
dove ho messo le chiavi di casa,
dove ho lasciato il testo di studio,
il volto di mia zia,
le mani di mio padre,
le promesse fatte,
gli impegni di lavoro,
di avere una casa,
di pagare le bollette,
di fare la spesa,
di esistere,
che ci sono persone che ti vogliono bene,
lo sguardo di Mimì,
di ringraziare Dio per un nuovo giorno,
di essere felice.
“Io vivo Impunemente”
Domanda: quali sono le confessioni di J.B.C.?
Confessa di giudicare sempre tutto e tutti , di essere avido, di dire bugie, e di aver pagato per fare sesso.

“Permette questo ballo?”
Invito Michela a ballare. Nasce la confessione nel ballo. Assalto con gentilezza. Confessione: Le monete rubate di mio nonno.
“Grazie lei è stata molto gentile!”

CENTRO DELLA MIA VERGOGNA
La Santa Innocenza

Oggi la pancia è caduta! Quella pancia che è di tutti, oggi è anche la mia. E’ venuto fuori Don Ciro il tabaccaio, con la sua enorme pancia, e una voce incomprensibile. Ecco il gorilla.
Qual è il luogo del gorilla?

La felicità e l’assurdo sono figli della stessa terra e sono inseparabili.
Il destino gli appartiene il macigno è cosa sua .
Egli sa di essere padrone dei propri giorni.
In questo momento, contempla le azioni senza legame,
che sono divenute il suo destino, e ritorna verso la propria vita.
Come Sisifo al suo macigno.
Ora sa che la notte non ha mai fine.
Egli è sempre in cammino, il macigno rotola ancora.

Sulle alture, gonfio di sè, le labbra si schiudono e fuoriesce un suono. Questo è il suono della montagna. Sul masso non bisogna accontentarsi mai. La grandezza, l’onnipotenza, il desiderio di andare sempre più su, si trasforma nella voce di Dio, simile ad un urlo di un animale.
Le mani dietro la schiena come una resa. Ritorno alla sedia come ritorno a casa. Questo è il mio centro di gravità. Seduto come Cristo che piange gli uomini, “…la tragedia di quest’uomo è per me un peso insopportabile”